2 di 20 lezioni di vita che mi ha insegnato la fotografia

La Fotografia è molto di più che scattare foto.

   Quest’anno festeggerò i miei primi 25 anni di professione, nel 1993 dopo anni di studi ho aperto la mia prima partita IVA e iniziato a lavorare e vivere di fotografia.
Negli ultimi dieci anni, parallelamente al mio lavoro di fotoreporter, ho ideato e diretto corsi e workshop di fotoreportage in Italia e all’estero.
   Mi soffermo su questi ultimi dieci, perchè quando ho iniziato ero inviato in Colombia e in una Università di Bogotà per 2 anni ho insegnato fotogiornalismo.
Da allora non ho piu smesso e ogni volta, dico sul serio, ogni volta che termina un corso o un WorkShop mi rendo conto di quanto la condivisione delle mie conoscenze ed esperienze insieme all’interazione con i miei allievi sia stato un motivo di crescita professionale sicuramente, ma soprattutto personale.
   Da questa esperienza ho appreso che ognuno di noi ha un motivo diverso per amare e fare fotografia. Ho conosciuto persone che la usano come uno strumento per dare sfogo alla loro creatività, per cercare la bellezza dove prima non riusciva a vederla, come un pretesto per guardare il mondo in modo diverso o per intraprendere viaggi e progetti.
Ma ho anche incontrato persone che la fotografia ha permesso loro di superare momenti difficili,distrarsi da problemi che a malapena lasciano spazio per qualsiasi altra cosa e anche conoscere e scoprire se stessi.
   Non ho alcuno dubbio che la fotografia sia un veicolo con la capacità di portarci in molti luoghi diversi, a volte si decide la destinazione in anticipo (o così si pensa) e in altri prende il controllo e ti porta in luoghi lontani che mai avresti pensato di vedere e vivere, ma attenzione, non sempre sono fuori da noi stessi e questa è la cosa più incredibile.

Calendario Corsi e Workshop di Fotoreportage e Street Photography
di Alex Mezzenga

1 di 20 lezioni di vita che mi ha insegnato la fotografia

Un sorriso apre le porte, Il rispetto le tiene aperte.

Lei è Francesca, ha un banco al mercato Via Sannio a Roma e per chi non lo conoscesse vi garantisco che questo è l’ultimo che ha mantenuto l’atmosfera, gli odori e il concetto del mercato delle pulci che a differenza di Porta Portese è aperto tutta la settimana.

Ci venivo negli anni 80 a comprare i Levi’s falsi prima, i maglioni della Navigare dopo ed infine nei 90 le Nike sempre rigorosamente false.
Ogni tanto mi piace tornarci, magari per qualche occasione da prendere al volo, una cinta militare per la macchina fotografica, uno zaino tattico, ma ogni volta rimango deluso, perche a parte il banco di Francesca e un altro paio è diventato uguale a tutti gli altri mercatini bisettimanali di quartiere.

Francesca da trent’anni vende vestiti di tutte le epoche e non per il cinema o il teatro, ma per chi vuole attraverso i suoi abiti eccentrici esprimersi e rendersi unico. L’ho incontrata un sabato mattina passeggiando tra i banchi, non poteva sfuggirmi il taglio di luce che spaccava il banco in due e lei piazzata a mezz’ombra un po’ per scaldarsi e un po’ per proteggersi dalla luce accecante. Avrei potuto fare quella foto come tante altre senza che neanche se ne accorgesse, avrei fermato quel momento e lei non lo avrebbe mai saputo.

Invece, senza pensarci mi sono presentato con un sorriso, macchina fotografica ancora riposta nella custodia, le ho parlato della mia ossessione per la luce, i colori e la fotografia e non potevo non chiederle se avesse voglia di posare per me.

Lo dico spesso durante i miei corsi, è importante capire prima se interagire con i soggetti sia necessario o meno, in questo caso ho sentito la necessità di condividere con lei quella sensazione.
E lei dopo un attimo di imbarazzo mi ha lasciato fare, gli ho girato un po’ intorno, prima ancora ho scambiato altre chiacchiere con lei ed infine ho fatto le foto con la promessa che le avrei presto regalato una copia.

E cosi ho fatto e tra lo stupore e la sorpresa ha guardato quella fotografia e parlato per un bel po’ del suo banco, della sua vita e magari un giorno ve la racconterò in un reportage, ma intanto è stata una bella lezione di vita. Un sorriso mi ha aperto le porte della sua vita, il rispetto le ha mantenute aperte e oggi ho una storia in più da raccontare.

 

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